domenica 25 novembre 2012

Torino Film Festival XXX Edizione: The Lords Of Salem (2012)






Ha preso il via, da venerdì, la trentesima edizione del Torino Film Festival, che seguirò come inviata per Positifcinema, con extra per altre testate. 

Si inizia in grande stile, con The Lords Of Salem di Rob Zombie, per CineClandestino


http://www.cineclandestino.it/it/altrocinema/2012/the-lords-of-salem.html 




The Lords Of Salem (2012)


Heidi Hawthorne, donna fragile ed ex-tossicodipendente, lavora come dj alla stazione radio di Salem, Massachussets, la cittadina arcinota per il suo passato di condanne stregonesche. Passato che torna sotto forma di Lp, recapitato ad Heidi da parte del misterioso gruppo “The Lords”: il suono inquietante ed ipnotico la trasporterà in un incubo atavico con il quale dovrà fare i conti.



Giunge finalmente sulle italiche sponde, grazie al Torino Film Festival, l’attesissimo “The Lords Of Salem” di Rob Zombie, presentato in anteprima assoluta per il nostro Paese. Opera dalla genesi produttiva travagliata, e già oggetto di pareri controversi ed opposti, che vedono pubblico e critica divisi tra entusiasmi assoluti e accuse di eccessiva attenzione formale a scapito della sostanza.
La pellicola del regista/musicista statunitense (nativo proprio del Massachussets) rappresenta, in realtà, una prova di maturazione e l’ulteriore conferma di uno stile sempre più personale che punta a slegarsi da qualsiasi cliché, film dopo film. Il talento di Zombie, infatti, si ritrova anche nel non essere mai uguale a se stesso, in un percorso stilistico/narrativo che è progressivamente mutato, arricchendosi: si parte dall’esordio con la fantasmagorica blood feast ipercitazionista de La Casa dei Mille Corpi (2003), per poi passare al magnifico e crudo La Casa Del Diavolo (2005), spoglio e impietoso, in netto contrasto con lo splatter barocco del primo film.  Il suo prequel atipico del classico Halloween, Halloween - The Beginning (2007) è rilettura ricostruttiva, appassionata e “altra” rispetto al capolavoro Carpenteriano, opera a sè stante e dotata di vita propria; più debole Halloween II (2009), ma in ogni caso dotato di alcuni momenti che sono chiaro frutto di un talento puro.

Rob Zombie è, in primis, un grande appassionato di cinema orrorifico e quest’amore trapela da ogni inquadratura dei suoi film: le numerosissime citazioni sono sempre omaggi e mai plagi o bieche imitazioni, poiché si rivelano funzionali sia alla messa in scena che al narrato.

The Lords Of Salem rappresenta una svolta nel suo percorso registico, un felicissimo cambio di rotta verso un cinema sempre più caratterizzato in senso personale, e pregno di riferimenti maggiormente diversificati; la trama, volutamente semplice, cela in realtà rimandi più sottili, lasciando allo spettatore la facoltà di coglierli ed interpretarli. La storia di Heidi (una come sempre eccellente Sheri Moon Zombie, anche qui incontrastato corpo-iconico, con iconosclastia in agguato), donna dalla vita incerta e traballante, che si ritrova al centro della nemesi delle Streghe di Salem, non è soltanto un chiarissimo omaggio all’horror satanico anni ’70 (evidente anche nella fotografia sgranata della prima parte del film, ad opera di Brandon Trost) ma è anche simbolo delle due facce del Femminile, lo Stregonesco e il “virginale” che tale non è, poiché Heidi, per quanto sia spaventata dal Male, non è certo priva di macchie. La donna non combatte, non è eroina positiva, e anche in questo caso si ritrova il rovesciamento di un tipico cliché di molti film di genere: la sua debolezza, semplicemente, la trascina.

Il Male affascina, rapisce e porta inesorabilmente a sè, in una vittoria che è anche giustizia per le violenze e le torture subite da chi veniva, arbitrariamente, accusato di stregoneria:non vi è, ovviamente, nessun tipo di giudizio morale, soltanto la Visione, strega ed ammaliatrice per eccellenza.
I riferimenti sono molteplici, da John Carpenter a Mario Bava (impossibile non pensare a La Maschera del Demonio), passando per le suggestioni sataniste di Kenneth Anger, fino a giungere ad alcuni tocchi di Ken Russel e Jodorowsky nei passaggi più visionari, sottolineati anche da splendidi scenari barocchi memori di David LaChapelle. L’immaginario visivo di Zombie viene donato a piccole dosi, alternato a una rappresentazione realistica e a tratti lineare; nei momenti in cui il delirio visivo si scatena, esso è puro e senza freni, viscerale e lisergico come da tempo non si aveva il piacere di vedere sui grandi schermi.

The Lords Of Salem possiede un’anima iconoclasta, sovversiva, blasfema, il che fa tristemente presagire che una distribuzione italiana possa essere impresa assai difficoltosa, o per meglio dire impossibile per la versione integrale dell’opera.
Il film vuole anche essere omaggio alla musica rock anni ‘70, con una colonna sonora sorprendente (i Velvet Underground su tutti), e riferimenti musicali sparsi in ogni dove. Lo score (composto da John 5 e Tom Rowland) è magnificamente quieto, alternando pianoforte e chitarra acustica, mentre l’ipnotico pezzo dei “The Lords”, cupo ed ossessivo, fa da sfondo a una tra le più belle sequenze dell’intera pellicola.

Un’attesa che non delude, una prova ampiamente superata, il segno di una maturità artistica in continua ascesa: se non si perderà lungo il cammino, Rob Zombie è destinato ad entrare, a pieno merito, nell’Olimpo dei Maestri dell’Horror.

Chiara Pani
(araknex@email.it)


The Lords Of Salem
USA/Uk/Canada - 2012
Regia: Rob Zombie
 

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