domenica 17 giugno 2012

Esperimento Pagina Facebook

Ho deciso di provare a sperimentare con una pagina Facebook "speculare" a questo blog.Se riuscirò a gestirla come si deve, rendendola sufficientemente ricca di contenuti, andrà avanti, altrimenti terrò soltanto il blog. Diciamo che è un tentativo di interazione tra il social network e la piattaforma Blogger, vediamo se funziona. La pagina sarà sempre e comunque un rimando, qui resterà la casa base :) i contenuti saranno sempre qui, lì ci saranno solo link o aggiornamenti.

http://www.facebook.com/AraknexFilmCriticHorrorVault 

giovedì 7 giugno 2012

La mia recensione de "La Guerra E' Dichiarata" (La Guerre Est Déclarée) (2011) per Nocturno.it


pubblicata su Nocturno.it:






La Guerre Est Déclarée (La Guerra E’ Dichiarata) (2011)


La narrazione di un Dolore. E la voglia di vivere come suprema arma di battaglia. Di questo, e non solo, parla il magnifico “La Guerra E’ Dichiarata”, secondo lungometraggio della francese Valérie Donzelli dopo “La Reine Des Pommes” (2009), nel quale abbiamo visto la talentuosa attrice/regista/sceneggiatrice mettersi completamente in gioco, mostrando lati del suo essere in modo incredibilmente coraggioso. La specularità vita/schermo continua in questa seconda pellicola, scritta a quattro mani con l’ ex compagno di vita (e anche qui, come nell’ opera precedente, protagonista maschile) Jérémie Elkaïm, prendendo spunto da una dolorosa vicenda personale. C’ è molto del miglior Truffaut nel saper narrare di se stessi, anche nei momenti più tragici, con un tocco sempre lieve, delicato ,mai patetico. A differenza del grande François, la giovane regista non usa il filtro dell’ alter ego bensì entra in campo in prima persona, come in un gioco metacinematografico della vita; “La Guerra E’ Dichiarata” rapisce fin dai primissimi minuti, ci prende per mano e ci lascia innamorare dei suoi personaggi, veri, coraggiosi, imperfetti, reali, come noi stessi.

“La Guerre est déclarée” dice Juliette a Roméo (nomi-simbolo dell’ Amore Assoluto), sentendo alla radio l’ annuncio dell’ attacco missilistico sull’ Iraq, ed enunciando così la dichiarazione bellica con cui la coppia, e il cerchio protettivo degli affetti che si stringe intorno ad essa, sfida la malattia del figlio Adam, la bomba che la vita ha sganciato su di loro.
C’ è l’ Amore in ogni sua forma in questo film, un amore strillato, sussurrato, cantato, gioito e sofferto. Un inno alla vita, che coinvolge completamente lo spettatore avvolgendolo nel turbine emotivo della narrazione, portandolo dalla commozione al sorriso nel giro di pochi istanti, tenendo perfettamente in equilibrio registri molteplici e diversi tra loro, senza nessuna discrepanza.
L’ uso della musica ha un ruolo centrale, nell’ essere forma di espressione emotiva: esemplare la sequenza dell’ annuncio della malattia di Adam, su Le Quattro Stagioni di Vivaldi; non sentiamo nulla oltre alla magnifica melodia, se non l’ urlo disperato di Roméo, isolato e lancinante mentre tutto il resto è coperto dalle note musicali, che celano il dolore come un mantello pudico e rispettoso.
Una regia virtuosa e innovativa e prove attoriali assolutamente notevoli completano il quadro, donandoci così un film che non si dimentica facilmente e che resta letteralmente nel cuore.

Chiara Pani
(araknex@email.it)


Titolo Originale: La Guerre Est Déclarée
Francia - 2011
Regia: Valérie Donzelli




mercoledì 6 giugno 2012

La mia recensione di "Love and Secrets" (2010) per Positifcinema


Sono felice di annunciare l' inizio della mia collaborazione con Positifcinema , e inauguro il sodalizio con la recensione di "Love And Secrets" (All Good Things), pellicola del 2010 che è giunta in questi giorni nelle nostre sale.

Buona lettura :)

pubblicata su Positifcinema:

http://www.positifcinema.it/love-and-secrets-di-andrew-jarecki




 
Love And Secrets (All Good Things)

 
Il caso dell’ imprenditore Robert Durst , della misteriosa scomparsa di suo moglie, e della sua assoluzione in tribunale (the rich ones always win), monopolizzò le cronache newyorkesi per lungo tempo, al punto da spingere la macchina Hollywoodiana a realizzarci un film, questo Love and Secrets, diretto da Andrew Jarecki, al suo primo lungometraggio fiction (suo il documentario Una Storia Americana, di tematica per molti versi analoga, che gli valse una nomination agli Academy Awards), che approda nelle nostre sale a ben due anni di distanza dalla sua uscita. Una storia interessante per il pubblico statunitense, assai meno per quello italico, per lo più estraneo alla vicenda di questa famiglia di magnati dell’ edilizia. 

La pellicola è strutturata su due livelli, quello visivo, ossia la lunga narrazione che copre un arco temporale che va dal 1971 al 2003, e quello uditivo/verbale, extradiegetico per buona parte del film, l’ interrogatorio a cui è sottoposto il protagonista David Marks (un eccelso Ryan Gosling), un botta e risposta che scorre in parallelo con le immagini, spesso con soluzioni indovinate.
Un costrutto che pare funzionare, almeno all’ inizio, con un incipit efficace sebbene assai derivativo, dopo il quale si schiude il lungo flashback, dai ’70 ai giorni nostri, in cui, a livello di messa in scena, il compito della ricostruzione di certe atmosfere dell’ epoca viene portato a termine in modo diligente, con le musiche giuste (abbondano gli Steely Dan) e gli abiti ad hoc, con un montaggio ben realizzato che dona al canovaccio la giusta fluidità. Ma tutto questo non basta. Come spesso accade, una bella confezione non è garanzia di un buon contenuto e questo è il caso di Love and Secrets che , nonostante le ambizioni, non riesce a tenere su un’ impalcatura troppo imponente.

La pecca principale della pellicola si trova nello script, che getta letteralmente al vento parecchi spunti interessanti, lasciandoli in superficie, come patine e pretesti: il trauma infantile di David, il suo disturbo mentale, il rapporto conflittuale con un padre ingombrante ma al tempo stesso assente e arido (un superbo Frank Langella) ma soprattutto quello che doveva essere il cuore pulsante del film, ossia la storia d’ amore con Katie (la come sempre abbagliante Kirsten Dunst, che ci regala un’ ottima prova attoriale). I due si conoscono per caso, in un batter d’ occhio si sposano, senza conoscersi, in preda al classico colpo di fulmine; li vediamo passare dall’ idillio al distacco senza un’ adeguato sviluppo degli eventi, come se tutto fosse accaduto in un attimo , mentre in realtà la loro storia si snoda nel corso di diversi anni.

Lo spettatore viene a conoscenza dei disturbi psichici del protagonista in modo quasi casuale, senza un’ adeguata gradualità, con la mancanza di quei segnali e indizi che sarebbero stati necessari al fine di un coinvolgimento empatico nella vicenda. E’ proprio questa la grande lacuna del film, non riesce a coinvolgere, nonostante gli elementi di forza emotiva: amore, malattia mentale, ossessione, trauma, e delitti. In altre mani, vi sarebbe stata materia abbondante per creare un melò noir a tinte forti, qui ci troviamo davanti a un prodotto sciapo, senza infamia e senza lode, che finisce per sprecare delle buone performance d’ attori.

Un altro spunto potenzialmente efficace, quello del cambio d’ identità di David, della sua fuga in Texas dove vive per un certo periodo travestito in abiti femminili per non farsi riconoscere ma soprattutto “per non essere più David Marks”, è presentato in modo quasi macchiettistico, con qualche scena che vede Gosling  andare in giro con tacchi e parrucca, senza nessun approfondimento di un tema che avrebbe potuto essere assai interessante.

La pellicola tenta di rubacchiare qua e là ai grandi Maestri del genere, da Hitchcock a De Palma, ma sono debitucci da quattro soldi, rimandi talmente malriusciti da non poter nemmeno essere considerati tali.
La prima prova di Jarecki nell’ ambito del feature film, dunque, non può dirsi riuscita, sebbene avesse a disposizione del materiale ottimo, partendo dal cast fino a tematiche non troppo originali ma comunque ben plasmabili. Non convince, e annoia.

Chiara Pani
(araknex@email.it)

Titolo Originale: All Good Things
USA - 2010
Regia: Andrew Jarecki