BDProduzioni e VIDEOCLIPROAD presentano:
DISSOLVENZA IN ROSSO
“Lo sai, a volte quello che vedi – e che CREDI di vedere – si mischiano nella memoria come un cocktail, di cui non riconosci il sapore o l’odore.” (Gabriele Lavia, Profondo rosso)
Amare un film. Reinventarlo. Rievocarne le atmosfere e i personaggi, premurandosi però di mescolare le carte e riscrivere la storia, assegnando ruoli diversi e tracciando nuovi percorsi, aprendo a nuove possibili interpretazioni. E’ quello che abbiamo cercato di fare con questo videoclip, un omaggio al più celebre fra i thrilling anni 70 di Dario Argento e al tempo stesso una panoramica sulle locations della città magica per eccellenza, teatro di numerose pellicole del cineasta romano: Torino. Il risultato è un mini-film che non guarda solo a Profondo rosso ma in generale al cinema argentiano del periodo; senza dimenticare le implicazioni morbose ed efferate presenti nelle opere dei suoi epigoni (Paolo Cavara, Tonino Valerii, Luigi Bazzoni, Antonio Bido… e noi, naturalmente). Una strada assolata, un parco, una giovane donna. Somiglia vagamente a Helga, la sensitiva interpretata da Macha Meril in Profondo rosso; ma la sua bellezza nervosa ricorda anche la vittima predestinata nell’incipit di un altro classico argentiano, L’uccello dalle piume di cristallo. E’ vulnerabile, indifesa, alla luce del giorno niente dovrebbe accaderle… ma qualcuno la segue, la spia, studia le sue mosse in un gioco sadico. Un’altra donna, intenta a gustare un sigaro; non si conoscono, eppure il suo interesse per Helga è palese. Riprende le sue azioni con una videocamera, proprio come il killer feticista de L’uccello dalle piume di cristallo congelava le fattezze della futura preda con una macchina fotografica. E’ da lei che la giovane deve guardarsi? Forse; o forse no. Magari la pedinatrice esegue la volontà di qualcun altro, una mente perversa che si serve di emissari per soddisfare i suoi capricci, in una sorta di gioco di seduzione mortale condotto a distanza con la prescelta. Una prezzolata, dunque, la nostra spia; il suo look ricorda un po’ quello di Gianna, l’intrepida reporter decisa a risolvere l’enigma alla base della vicenda narrata in Profondo rosso. Ma Gianna era uno dei buoni; lo sguardo infido di questa filmaker improvvisata lascia pochi dubbi sul fatto che gioca nell’altra squadra. Personaggi speculari, ancora citazionismi-sberleffo, state guardando Profondo rosso ma stavolta le regole le facciamo noi… mettetevi comodi, dunque. Avete ancora tanto da vedere. Quella villa le cui finestre sembrano seguire la passeggiata nervosa della nostra Helga, la riconoscete? E’ Villa Scott, nota anche come “la villa del Bambino Urlante”; nel film di Argento custodiva un terribile segreto, si diceva fosse infestata ma l’unico fantasma che aleggiava fra le sue mura era quello di un passato che non poteva più rimanere sepolto… è rilevante per la narrazione, stavolta? Chissà. Forse anche il mostro che attende di entrare in scena nella nostra storia ha un segreto. Forse la villa ha abbastanza spazio per accoglierlo, come aveva già fatto una volta? Non ci è dato saperlo. Ma se vi piace crederlo, perché no?
Siamo in una piazza, è pomeriggio inoltrato. Le prime ombre della sera iniziano a calare, Helga è sempre più nervosa… si volta, ha la sensazione di essere ancora seguita ma anche stavolta non scorge nessuno. Eppure, una videocamera continua inesorabile la sua opera voyeuristica. La piazza è familiare, per Helga; chissà quante volte l’ha percorsa, distrattamente. E anche noi, nel nostro immaginario; quelle due fontane, le finestre in alto… nel 1975 fu commesso un delitto atroce, qui. Un pianista, Marc, ne fu testimone e fece quant’era in suo potere per assicurare l’assassino alla giustizia. In quale film è accaduto? Indovinate. Però c’era un bar, in questa piazza: che fine avrà fatto? Forse ha chiuso i battenti, è passato tanto tempo… o forse non c’è mai stato. Anche Argento, come noi, ama giocare e confondere le idee allo spettatore. Ma da qualche parte, la lama luccicante di una mannaia attende… Helga, Helga. Dove credi di nasconderti? A casa tua, forse? Neanche lì sei al sicuro. Un appartamento che sembra sospeso nel tempo, con quel mobilio che fa tanto Seventies… un’altra Helga ha vissuto in un appartamento simile al tuo. Lo sapevi? E la mannaia che fra poco morderà le tue carni è la stessa che la tua sfortunata omonima tentò inutilmente di schivare, in una sanguinosa danza dell’orrore. Fu fabbricata appositamente per il film, tanti fans amano ancora oggi farsi fotografare mentre la impugnano o fingono di cadere sotto i suoi colpi.
E’ un grande onore, per chi ha amato il giallo di Argento che tanto ci sta a cuore; considerati fortunata, dunque. Ora dobbiamo lasciarti, si è fatto tardi; in piazza è già buio, ci aspettano e il gioco è durato abbastanza. Perché era solo un gioco, via; non prendetelo sul serio… hem, forse dovreste ma non vogliamo guastarvi la serata. Un macabro gioco organizzato, alle spalle della malcapitata, da un gruppo di ragazzi che tuttavia ne faranno le spese per mano del vero assassino. Grazie per averci accompagnati fin qui; per noi è stato bello, tornate a trovarci quando volete. Le strade di Torino, le sue soffitte, i suoi giardini incantati hanno ancora tante cose da raccontarvi, da sussurrarvi all’orecchio…
Corrado Artale
DISSOLVENZA IN ROSSO
“Lo sai, a volte quello che vedi – e che CREDI di vedere – si mischiano nella memoria come un cocktail, di cui non riconosci il sapore o l’odore.” (Gabriele Lavia, Profondo rosso)
Amare un film. Reinventarlo. Rievocarne le atmosfere e i personaggi, premurandosi però di mescolare le carte e riscrivere la storia, assegnando ruoli diversi e tracciando nuovi percorsi, aprendo a nuove possibili interpretazioni. E’ quello che abbiamo cercato di fare con questo videoclip, un omaggio al più celebre fra i thrilling anni 70 di Dario Argento e al tempo stesso una panoramica sulle locations della città magica per eccellenza, teatro di numerose pellicole del cineasta romano: Torino. Il risultato è un mini-film che non guarda solo a Profondo rosso ma in generale al cinema argentiano del periodo; senza dimenticare le implicazioni morbose ed efferate presenti nelle opere dei suoi epigoni (Paolo Cavara, Tonino Valerii, Luigi Bazzoni, Antonio Bido… e noi, naturalmente). Una strada assolata, un parco, una giovane donna. Somiglia vagamente a Helga, la sensitiva interpretata da Macha Meril in Profondo rosso; ma la sua bellezza nervosa ricorda anche la vittima predestinata nell’incipit di un altro classico argentiano, L’uccello dalle piume di cristallo. E’ vulnerabile, indifesa, alla luce del giorno niente dovrebbe accaderle… ma qualcuno la segue, la spia, studia le sue mosse in un gioco sadico. Un’altra donna, intenta a gustare un sigaro; non si conoscono, eppure il suo interesse per Helga è palese. Riprende le sue azioni con una videocamera, proprio come il killer feticista de L’uccello dalle piume di cristallo congelava le fattezze della futura preda con una macchina fotografica. E’ da lei che la giovane deve guardarsi? Forse; o forse no. Magari la pedinatrice esegue la volontà di qualcun altro, una mente perversa che si serve di emissari per soddisfare i suoi capricci, in una sorta di gioco di seduzione mortale condotto a distanza con la prescelta. Una prezzolata, dunque, la nostra spia; il suo look ricorda un po’ quello di Gianna, l’intrepida reporter decisa a risolvere l’enigma alla base della vicenda narrata in Profondo rosso. Ma Gianna era uno dei buoni; lo sguardo infido di questa filmaker improvvisata lascia pochi dubbi sul fatto che gioca nell’altra squadra. Personaggi speculari, ancora citazionismi-sberleffo, state guardando Profondo rosso ma stavolta le regole le facciamo noi… mettetevi comodi, dunque. Avete ancora tanto da vedere. Quella villa le cui finestre sembrano seguire la passeggiata nervosa della nostra Helga, la riconoscete? E’ Villa Scott, nota anche come “la villa del Bambino Urlante”; nel film di Argento custodiva un terribile segreto, si diceva fosse infestata ma l’unico fantasma che aleggiava fra le sue mura era quello di un passato che non poteva più rimanere sepolto… è rilevante per la narrazione, stavolta? Chissà. Forse anche il mostro che attende di entrare in scena nella nostra storia ha un segreto. Forse la villa ha abbastanza spazio per accoglierlo, come aveva già fatto una volta? Non ci è dato saperlo. Ma se vi piace crederlo, perché no?
Siamo in una piazza, è pomeriggio inoltrato. Le prime ombre della sera iniziano a calare, Helga è sempre più nervosa… si volta, ha la sensazione di essere ancora seguita ma anche stavolta non scorge nessuno. Eppure, una videocamera continua inesorabile la sua opera voyeuristica. La piazza è familiare, per Helga; chissà quante volte l’ha percorsa, distrattamente. E anche noi, nel nostro immaginario; quelle due fontane, le finestre in alto… nel 1975 fu commesso un delitto atroce, qui. Un pianista, Marc, ne fu testimone e fece quant’era in suo potere per assicurare l’assassino alla giustizia. In quale film è accaduto? Indovinate. Però c’era un bar, in questa piazza: che fine avrà fatto? Forse ha chiuso i battenti, è passato tanto tempo… o forse non c’è mai stato. Anche Argento, come noi, ama giocare e confondere le idee allo spettatore. Ma da qualche parte, la lama luccicante di una mannaia attende… Helga, Helga. Dove credi di nasconderti? A casa tua, forse? Neanche lì sei al sicuro. Un appartamento che sembra sospeso nel tempo, con quel mobilio che fa tanto Seventies… un’altra Helga ha vissuto in un appartamento simile al tuo. Lo sapevi? E la mannaia che fra poco morderà le tue carni è la stessa che la tua sfortunata omonima tentò inutilmente di schivare, in una sanguinosa danza dell’orrore. Fu fabbricata appositamente per il film, tanti fans amano ancora oggi farsi fotografare mentre la impugnano o fingono di cadere sotto i suoi colpi.
E’ un grande onore, per chi ha amato il giallo di Argento che tanto ci sta a cuore; considerati fortunata, dunque. Ora dobbiamo lasciarti, si è fatto tardi; in piazza è già buio, ci aspettano e il gioco è durato abbastanza. Perché era solo un gioco, via; non prendetelo sul serio… hem, forse dovreste ma non vogliamo guastarvi la serata. Un macabro gioco organizzato, alle spalle della malcapitata, da un gruppo di ragazzi che tuttavia ne faranno le spese per mano del vero assassino. Grazie per averci accompagnati fin qui; per noi è stato bello, tornate a trovarci quando volete. Le strade di Torino, le sue soffitte, i suoi giardini incantati hanno ancora tante cose da raccontarvi, da sussurrarvi all’orecchio…
Corrado Artale
FADING IN RED
“You know,sometimes what you see – and what you THINK you see – mix up in your memory like a cocktail,of which you don’t know the flavour or the smell”. (Gabriele Lavia, Deep Red)
Loving a movie.Reinventing it.Recalling the atmospherics and the characters,yet taking care about shuffling the cards and rewriting the story,assigning different roles and tracing new paths,opening to new possible interpretations.This is what we tried to do with this videoclip,an homage to the most famous of the 70s giallo movies by Dario Argento and,at the same time,a comprehensive view of the locations of the magic city par excellence,setting of many of the movies made by the Roman director:Turin.
Loving a movie.Reinventing it.Recalling the atmospherics and the characters,yet taking care about shuffling the cards and rewriting the story,assigning different roles and tracing new paths,opening to new possible interpretations.This is what we tried to do with this videoclip,an homage to the most famous of the 70s giallo movies by Dario Argento and,at the same time,a comprehensive view of the locations of the magic city par excellence,setting of many of the movies made by the Roman director:Turin.
The result,is a mini-movie which is not only about Deep Red but,more in general,about the Argento’s cinema of that period;not forgetting the morbid and savage implications which can be found in the works directed by his imitators (Paolo Cavara,Tonino Valerii, Luigi Bazzoni, Antonio Bido… and us,obviously).
A sunny street,a park,a young woman.She vaguely looks like Helga,the medium played by Macha Meril in Deep Red;but her nervous kind of beauty also reminds of the predestined victim at the beginning of another Argento’s cult classic,The Bird With The Crystal Plumage.
She is vulnerable,unprotected,nothing should happen to her in the light of the daytime….but someone follows her,spies her,studies her moves in a sadistic game.Another woman,enjoying a cigar;they don’t know each other,but her interest for Helga is evident.She films her actions with a cam,in the same way the fetishist killer of The Bird With The Crystal Plumage froze the features of the future prowl with a camera.
Is of her that the young woman should beware?Maybe;or maybe not.Maybe the stalker is only executing the will of someone else,a perverted mind which uses delegates to satisfy its own fancies,in a kind of lethal seductive game,guided from distance, with the chosen victim.Therefore a mercenary,our spy can be;her looks reminds a bit the one of Gianna,the fearless reporter who is resolute in solving the riddle which is the basis to the story narrated in Deep Red.But Gianna was one of the good ones;the treacherous glance of this improvised filmaker gives little doubt about the fact that she is playing in the other team.
Specular characters,more mocking quotations,you are watching Deep Red but this time it’s us who are making the rules…make yourself comfortable,therefore.You still have a lot to see.That mansion with the windows which seem like following the nervous walk of our Helga,do you recognize it?It’s Villa Scott,also famous as “The Screaming Child Mansion”;in the Argento’s movie it kept a terrible secret inside,it was said to be an haunted house but the only ghost which floated through its walls was that of a past which could not stay buried any longer….is it relevant to the narration,this time?Who knows.Maybe also the monster which waits to enter the scene in our story has a secret as well.Could the mansion be big enough to give it shelter,as it had already done once?We are not allowed to know.But if you like to believe it’s so,why not?
We are in a square,late afternoon.The first shadows of the evening start to fall.Helga is more and more nervous…she turns around,she still has the feeling of being followed but this time she notices no one.Nevertheless,a cam is unyieldingly continuing its voyeuristic job.The square is familiar to Helga;who knows how many times she crossed it,absent-mindedly.And us as well,in our imagination;those two fountains,the windows on the top of a building….in 1975 a terrible murder was committed,here.A piano player,Marc,witnessed it and he did whatever he could to make way the murder could be arrested.In which movie did this happen?Guess!But there was a bar,in this square:what has become of it?Maybe it closed down,a lot of time has passed….or maybe it has never been there.Argento too,like us,likes to play and to muddle up the audience.But somewhere,the shining blade of a cleaver awaits…Helga,Helga.Where do you think you can hide yourself?At your home,maybe?You’re not safe there neither.An apartment which seems to be suspended in time,with that furniture which is very 70s like….another Helga lived in an apartment which was similar to yours,did you know it?And the cleaver which will shortly bite your flesh is the same one that your unlucky homonym tried to dodge,in vain, in a bloody dance of horror.It was expressly manufactured for the movie,a lot of fans,still nowadays,love to have pictures taken while they are grabbing it or pretending to fall under its blows.
Is a great honour,for those who love the Argento’s giallo which we care so much about;consider yourself lucky,then.We have to leave you for now,it’s getting late;darkness already fell on the square,we are waited for and the game has lasted enough.Because it was only a game,anyway;don’t take it seriously…ehm,maybe you should,but we don’t want to spoil your evening.A macabre game was set up,behind the back of the unfortunate young woman,by a group of guys who however will learn it the hard way by the hand of the real murderer.Thanks for staying with us until now;it was very nice for us,get back for a visit whenever you like.The streets of Turin,its garrets,its enchanted gardens still have a lot of things to tell you,to whisper in your ear….
Corrado Artale
(English Translation by Chiara Pani)