Sono felice di annunciare la mia nuova collaborazione con CiaoCinema , che inauguro scrivendo di un film che ho amato molto: Arrivederci Amore, Ciao (2006), di Michele Soavi.
Buona lettura :)
Arrivederci
Amore, Ciao (2006)
La saga
dell’Alligatore è una serie di romanzi di Massimo Carlotto (al centro di un
celebre caso giudiziario negli anni ’70), dal soprannome dal detective che ne è
protagonista. E’ proprio con la soggettiva della carcassa di un alligatore che
si apre Arrivederci Amore Ciao, tratto da uno dei lavori più belli e spietati
dello scrittore padovano, diretto da Michele Soavi, di nuovo all’opera per il
grande schermo a ben dodici anni di distanza da Dellamorte Dellamore, in
seguito ad una lunga parentesi televisiva. E’ un ritorno sorprendente, con un
noir cupo e plumbeo come gli anni di cui parla: Soavi traccia il ritratto di
Giorgio Pellegrini, ex terrorista fuggito all’estero col capestro di un
ergastolo, e gli dà il volto di Alessio Boni, preso di peso dalle fiction
televisive, plasmandolo a interprete assolutamente adatto di un uomo ignobile,
una “carogna”, individuo freddo e imperturbabile, che fonda la propria
esistenza unicamente sull’autoconservazione, nel cui mondo gli altri sono
soltanto strumenti, oggetti da usare per poi gettare via.
La
narrazione copre un lungo arco temporale, dagli anni del terrorismo fino ai
giorni nostri, seguendo il progressivo svanire di una coscienza che ogni tanto
si risveglia nei lampi dei flashback della notte dell’attentato, memoria che
prende forma nel corso del racconto, ma che è al tempo stesso sempre più
lontana poiché la sfera emozionale, in Giorgio, si è inesorabilmente congelata.
L’uomo si
illude di controllare la propria vita, in realtà è burattino in mani di volta
in volta diverse: prima, quelle degli ideologi della lotta armata, che
teorizzavano di rivoluzione “con la pancia piena di Pernod”, poi in quelle,
ancor più sporche, di Ferruccio Anedda (interpretato da un Michele Placido come
sempre sopra le righe), ispettore della Digos corrotto fino al midollo.
Anedda
diventa l’ombra ricattatoria di Pellegrini, l’ossessivo promemoria di un
passato che non può lasciarsi alle spalle, figura viscida a tutto tondo che
manda avanti Giorgio nella manovalanza criminale della quale egli tira le fila.
Flora
(Isabella Ferrari), donna che gli dirà addio dopo una serie di incontri
sessuali iniziati con l’unico scopo di coprire parte di un debito del marito ma
che “gli entra nel sangue come la malaria”, e Roberta (Alina Nedelea), giovane
e trasparente, la ragazza perbene che tanto gioverebbe, in immagine, alla
riabilitazione di cui si sta occupando l’assessore Brianese (il grande Carlo
Cecchi), sono le figure femminili che ruotano attorno alla sua aridità, l’una
diametralmente opposta all’altra.
Roberta lo ama in modo ingenuo e
totalizzante, mentre per Giorgio lei è solo un'altra tessera del mosaico che
deve andare al posto giusto, a ricostruire una parvenza di normalità, al pari
del lussuoso ristorante che ha aperto col bottino di una rapina. Ma le
apparenze non possono mutare l’essenza di una persona: nello splendido,
impietoso finale (da notare la citazione da Schock, di Mario Bava), Soavi ci
dimostra che Giorgio è rimasto l’impassibile e gelido individuo di sempre.
Fondamentale
l’uso delle musiche, dalla leggendaria Aqualung dei Jethro Tull fino al
tormentone il cui ritornello dà il titolo al film, “Insieme a Te Non Ci Sto
Più”, di Caterina Caselli, ricorrente nei lampi di memoria dell’attentato,
perfetta e straziante nella lunga sequenza finale. Dopo aver visto il film, la
canzone non sarà più la stessa di prima.
Soavi ci
dona un piccolo gioiello sia dal punto di vista tecnico, con riprese fluide e
ottime trovate registiche, che narrativo, forte di una sceneggiatura di ferro e
di una messa in scena che non si dimentica facilmente.
Chiara Pani
(araknex@email.it)
Arrivederci Amore, Ciao
Italia - 2006
Regia: Michele Soavi
credo però che la saga dell'alligatore sia meglio di questo libro,che si lascia troppo prendere la mano dal cattivo e da un cattivismo programmatico,da una semplificazione della lotta armata,(cioè dalla rivoluzione), però è anche vero che ha un unico pregio,ma talmente grande da farti amare questa opera: un personaggio principale più grande della vita.Mostruoso. Il film non l'ho visto
RispondiEliminaIo non ho letto il libro, ma voglio farlo. Il film è davvero bello, spietato. E' un film che ti resta dentro anche dopo la visione. Non avrei dato un centesimo ad Alessio Boni come attore, invece si è rivelato efficacissimo.
EliminaNe ho sentito parlare molto bene, mi sa che lo cerco questo film :)
RispondiEliminaCiao! te lo consiglio di cuore :) è molto duro, ma è altrettanto bello :) un ottimo esempio di noir italiano, esemplari ormai in via d'estinzione
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