Continua la carrellata all'ombra della Mole col magnifico Holy Motors, di Leos Carax, per Positifcinema
http://www.positifcinema.it/holy-motors-di-leos-carax-festival-cannes-torino
Holy Motors (2012)
La Bellezza Del Gesto
“La Bellezza è nell’occhio di chi
guarda”
“e se non ci fosse più nessuno a
guardare?”
La Visione
pura diventa Cinema, nella sua accezione più alta, in Holy Motors, l’ultimo capolavoro di Leos Carax, giunto dopo ben
tredici anni di inattività in una carriera complessa ed atipica. La giornata
inaugurale della trentesima edizione del Torino
Film Festival si apre dunque con uno dei film più attesi, un titolo che,
dopo la presentazione al Festival di Cannes, si temeva potesse finire
nell’antro dei tesori celati, poiché ignorati da una distribuzione ottusa. Il
dono, per ora, ha graziato il pubblico all’ombra della Mole, fagocitando il
buio della sala e suscitando le (prevedibili) reazioni contraddittorie.
Una
pellicola che oppone resistenza ai tentativi di analisi critica, in quanto
Visione allo stato puro, disseminata da segni e simboli che poco per volta
strutturano un narrato che si offre alla totale libertà di interpretazione; una
riflessione sul mezzo filmico in se stesso, metacinema sotto mentite spoglie e
al tempo stesso opera metavitale, in quanto ciò che vediamo scorrere sullo
schermo è la sublimazione dell’esistenza stessa.
Il Sé e i
propri doppi, che in questo caso diventano molteplici declinazioni della
magnifica ed elfica maschera attoriale di Denis
Lavant, icona di Carax, un Monsieur Oscar il cui lavoro è recitare ruoli, cambiando
vesti a bordo di una Limousine bianca guidata dall’affascinante Céline, nome che è ovviamente simbolo.
Vediamo Oscar diventare, di volta in
volta, zingara, padre di famiglia alle prese con la figlia adolescente, anziano
in punto di morte; assistiamo al suo calarsi in una realtà virtuale per una
sequenza di sesso mimato, nel quale i corpi sono avvolti da tute in pvc, barriere
che impediscono il contatto. Ritorna nei memorabili panni di Monsieur Merde, già visto nel magnifico
segmento del film a episodi Tokyo!,
in una delle caratterizzazioni più surreali ed emblematiche dell’intera opera.
L’essere mostruoso incontra la statuaria modella Kay M (Eva Mendes), in un set fotografico al Père Lachaise, donandoci una scena di
suggestione pittorica squisitamente iconoclasta, con un Monsieur Merde completamente nudo che dorme in grembo alla
donna/Madonna, novello Gesù col valore aggiunto di un’evidente erezione.
Oscar nel corso del film uccide un uomo,
sempre interpretato da Lavant, per
poi prenderne le sembianze: Carax
gioca con lo spettatore, mettendo in palio una posta sempre più alta. La vita
come un susseguirsi di ruoli e maschere, talmente vorticoso e asfissiante da
perdere la percezione del proprio vero volto, confondendo se stessi con l’altro, uccidendolo per poi
trasformarsi in lui.
L’Amore è
rappresentato da Eva Grace/Jean
(un’efficace Kylie Minogue), anche
lei interprete di ruoli “su misura”: un incontro fugace, con i minuti contati,
ed una conclusione tragica.
Holy Motors unisce il poetico al grottesco senza
nessuna stonatura, in una sinfonia stilistico/narrativa che rasenta la
perfezione. Riflessione sul cinema (evidente nel prologo, in cui Carax stesso si regala un’apparizione),
e sull’esistenza mediante una rappresentazione che fa del visivo un’arma
splendida e mesmerizzante.
Un’inizio
in grande stile dunque, per questa edizione/anniversario del Festival torinese,
e una pellicola che vale ogni minuto dei tredici, lunghissimi, anni di
attesa.
Chiara Pani
(araknex@email.it)
Holy Motors
Francia/Germania - 2012
Regia: Leos Carax
le opere precedenti non è che mi siano piaciuti,ma ero anche un ragazzo ,quindi..Dai guarderò anche questa
RispondiEliminapoi fammi sapere, per me è già capolavoro :)
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