Cominciamo dalla fine;al termine della visione del film,una domanda sorge spontanea nella mente di chiunque abbia anche solo una vaga idea di chi fosse Erzsébet Báthory:ma lei,dov’era?Poichè il personaggio rappresentato nella patinata pellicola fortemente voluta dall’attrice francese Julie Delpy,che l’ha scritta,prodotta,diretta,interpretata e non paga ne ha anche composto lo score musicale,è solo una pallida e ridicola rappresentazione da romanzetto rosa del folle personaggio della Contessa Sanguinaria.
La storia della Contessa Bathory è assai affascinante,ma poco coltivata sul grande schermo (tra i pochi precedenti,l’italo-spagnolo “Le Vergini Cavalcano La Morte”,del 1973 e il britannico “La Morte Va a Braccetto Con Le Vergini”,dell’anno successivo):nata in Ungheria nel 1560,ma allevata in Transilvania,imparentata con Vlad III,è personaggio storico di culto,a metà tra vampirismo e omicidio seriale,follia e pratiche stregonesche,sadismo e grande intelligenza;in un’epoca in cui le donne contavano poco o nulla,a meno che non fossero regnanti,lei fu una nobildonna estremamente potente.
Data in sposa a un nobile di grande crudeltà,fu proprio durante le lunghe assenze del marito che venne iniziata alle pratiche magiche da sua zia Karla.
La Bathory era una donna estremamente crudele con i servi,spietata,folle,ebbe numerosi amanti di entrambi i sessi,era dedita alla magia nera e,sua caratteristica più conosciuta,era convinta che il sangue delle vergini avesse un potere ringiovanente sulla sua pelle,convinzione che mise in pratica senza esitazioni:tutto ciò spiegato in forma ovviamente assai riduttiva e sintetica ma di per sé contenente già un grande potenziale per una bella storia cinematografica.
Potenziale non solo sprecato,ma incenerito:la Contessa interpretata dalla Delpy è una donna monoespressiva,la sua follia si riduce a puri capricci,la sua crudeltà a qualche tortura opportunamente censurata.Si rasenta l’assurdo con la storia d’amore tra lei e il giovane nobile Istvan Thurzo,che la vede struggersi fino alla follia;forse la regista/attrice/produttrice ha voluto ignorare che non ci fu bisogno di un amore andato male per far impazzire la Contessa,poiché era già assolutamente folle di suo.E’ ovvio che bisognava versare melassa sul film,renderlo appetibile,ed ecco qua una storiella pronta per essere riscaldata e mangiata,tinteggiata di un bel rosa posticcio.Forse il rosso del sangue è stato considerato troppo:peccato che di sangue se ne veda ben poco,in quella che dovrebbe essere la storia di una Sanguinaria.
Un film senz’anima,il che stupisce vista la dedizione della Delpy alla pellicola,un biopic da film televisivo,curatissimo,patinato,lucidato a dovere,assolutamente insensato per una storia sporca di sangue e delirio come quella della Contessa Erzsébet.Un susseguirsi di vergini dissanguate,con la vanitosa Contessa che,miracolo!,si vede subito più giovane,come in un brutto spot di una crema antirughe.Non c’è la discesa nella follia,l’analisi di questa ossessione,è come un album di belle figurine che messe tutte insieme formano un rudimentale canovaccio di racconto.
Resta una sola constatazione:se la Contessa Bathory avesse potuto vedere questo film,la Delpy e tutta la troupe non avrebbero fatto una bella fine.
Chiara Pani/Araknex
(araknex@email.it)
Germania/Francia/USA - 2009
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